Rivalutazione Pensioni 2026 +1,6%: Nuovi Importi INPS da Gennaio, Trattamento Minimo fino a 613€

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Dal 1° gennaio 2026, tutte le pensioni e le prestazioni assistenziali in Italia verranno aggiornate in base all’andamento del costo della vita. Si tratta della cosiddetta rivalutazione pensioni 2026, un meccanismo previsto per legge che serve, appunto, ad adeguare gli importi mensili all’inflazione e a tutelare il potere d’acquisto dei pensionati.

L’INPS sta completando le operazioni di rivalutazione entro gennaio 2025, prendendo come riferimento l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Secondo le stime contenute nel Documento di finanza pubblica, la variazione per il 2026 sarà del +1,6%.

Come funziona la rivalutazione pensioni 2026?

Ogni anno lo Stato aggiorna gli importi delle pensioni per compensare l’aumento dei prezzi. Questo processo è chiamato anche perequazione automatica e garantisce che i pensionati non perdano potere d’acquisto a causa dell’inflazione.

L’aumento, però, non è uguale per tutti, ma cambia in base all’importo della pensione:

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  • 100% della variazione per chi riceve fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90% per chi percepisce tra 4 e 5 volte il minimo;
  • 75% per chi supera 5 volte il minimo.

Nel 2026, la rivalutazione sarà dunque del +1,6%, ma applicata in modo proporzionale in base alle fasce di reddito.

Quanto sarà il nuovo trattamento minimo nel 2026?

Il trattamento minimo rappresenta la soglia base mensile sotto la quale, per legge, una pensione integrata non può scendere.
Nel 2025 era pari a 603,40 euro, mentre nel 2026 salirà a 613,05 euro grazie all’aumento dell’1,6%.

Aumenti pensioni di reversibilità 2026

Questo valore è importante non solo per chi riceve le pensioni più basse, ma anche per calcolare i limiti di reddito di altre prestazioni sociali, come l’assegno sociale o le integrazioni. Inoltre, i trattamenti minimi beneficeranno di un ulteriore incremento stabilito dalla Legge di Bilancio 2025.

Aumento straordinario per le pensioni minime

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato anche per il 2026 un aumento straordinario delle pensioni minime.
Questa misura, introdotta nel 2023, sarà pari al +1,3% nel 2026 (contro il +2,2% del 2025).

Applicando la maggiorazione al nuovo minimo di 613,05 euro, l’importo salirà a circa 621 euro mensili per chi percepisce la pensione minima.

Anche le altre prestazioni sociali subiranno un piccolo adeguamento:

  • L’assegno sociale passerà da 443,95 euro a 451,05 euro;
  • Gli assegni assistenziali da 538,69 euro a 547,30 euro.

Calcolo della rivalutazione: il sistema a scaglioni

Il calcolo degli aumenti si basa su un sistema a scaglioni, cioè su fasce progressive.
Non tutte le pensioni ricevono la rivalutazione piena del +1,6%, ma solo quelle più basse.
Ecco come funziona:

  • fino a 2.452 euro lordi al mese → +1,6%;
  • da 2.452 a 3.065 euro+1,44% (90% della rivalutazione);
  • oltre 3.065 euro+1,2% (75% della rivalutazione).

Il calcolo non si applica all’intero importo, ma a ogni fascia separatamente.
Ciò significa che:

Aumenti Pensioni di reversibilità 2026: Aumento dell’1,7%
  • i primi 2.452 euro vengono rivalutati al 100%;
  • la parte tra 2.452 e 3.065 euro al 90%;
  • l’importo oltre i 3.065 euro al 75%.

In questo modo, anche chi percepisce pensioni più alte riceverà un aumento, ma in proporzione minore rispetto a chi ha importi più bassi.

Esempi di aumenti nel 2026

Per capire meglio quanto cresceranno le pensioni nel 2026, ecco alcuni esempi pratici:

  • Pensione da 1.000 euro1.016 euro (+16 euro al mese);
  • Pensione da 1.500 euro1.524 euro (+24 euro);
  • Pensione da 2.000 euro2.032 euro (+32 euro);
  • Pensione da 2.500 euro2.539,90 euro (+39,90 euro);
  • Pensione da 2.800 euro2.844 euro (+44 euro circa);
  • Pensione da 3.100 euro3.145 euro (+45 euro circa).

Questi importi sono indicativi, ma offrono un quadro realistico di quanto la rivalutazione INPS 2026 potrà influire sulle tasche dei pensionati italiani.

In conclusione

La rivalutazione 2026 rappresenta un adeguamento importante per mantenere stabile il valore reale delle pensioni in un periodo di inflazione moderata.
Anche se gli aumenti saranno contenuti, la misura garantirà comunque un piccolo miglioramento del potere d’acquisto per milioni di pensionati, assicurando un sostegno concreto soprattutto alle fasce più deboli.

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